Satiri, Sileni e Fauni, creature della natura selvaggia a confronto - Storia Misteriosa, i grandi misteri della storia

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Satiri, Sileni e Fauni, creature della Natura selvaggia a confronto...

Dagli sfrenati cortei di Dioniso ai boschi di Pan, un viaggio tra Satiri, Sileni e Fauni per scoprire origini, simboli e differenze nella mitologia greco-romana.
Di Andrea Contorni - lunedì 10 novembre 2025
Storia Misteriosa - Satiri, Sileni e Fauni, le differenze
Figure metà uomo e metà animale, Satiri, Sileni e Fauni popolano da sempre l’immaginario mitologico. Incarnano l’energia della natura, la vitalità primordiale e l’istinto libero che attraversa il mondo antico. Ma chi erano davvero queste creature? E quali differenze le distinguevano?

Ho scritto tanto di Satiri, Sileni e Fauni. Nella mitologia greco-romana, sono tra le figure che da sempre mi hanno affascinato di più. Creature misteriose e complesse, per metà divine, incarnavano il potere ancestrale e la vitalità primordiale della Natura e andando oltre, il volto più istintivo e selvaggio dell'uomo. Sussistono differenze importanti tra Satiri e Sileni, appartenenti alla mitologia greca. I Fauni, trasposizione romana del satiro ellenico, hanno invece un'origine incerta e abbastanza confusionaria. Appartenenti al pantheon greco, i Satiri erano divinità minori maschili che popolavano boschi e montagne. Legati a Dioniso e Pan, simboleggiavano la fecondità e la forza vitale e riproduttiva della Natura. Nelle fonti antiche, tuttavia, non è sempre facile distinguere i Satiri dai Sileni, con i quali condividevano tratti e comportamenti. In parte li distingueva il contesto ambientale oltre quello fisico: i Satiri, dal corpo caprino, erano spiriti delle selve mentre i Sileni, con sembianze equine, erano associati all'acqua corrente, alle sorgenti e alle fonti. Tornando sull'aspetto, il satiro si presentava come un essere umano barbuto e dalla chioma fluente con orecchie, corna, coda e zampe caprine. Se ne andava in giro nudo spesso con una vistosa e perenne erezione. I Sileni avevano coda di cavallo, orecchie lunghe e appuntite e due zampe equine. Possiamo considerarli imparentati con i centuari ma questi erano creature a quattro zampe, i Sileni no. Abbiamo anche i Papposileni, figure anziane e grassocce, considerati più dei satiri saggi che sileni. Tra i Sileni, ritroviamo Sileno, un personaggio curioso della mitologia greca. Vecchio, calvo, corpulento, peloso e burbero, Sileno possedeva il dono della divinazione e una straordinaria saggezza. Era il dio rustico del vino e dell'ebbrezza prima dell'avvento di Dioniso. Secondo la tradizione, Ermes affidò proprio il piccolo Dioniso alle cure di Sileno affinché lo crescesse sul monte Nisa. Nella mitologia greca avvenne una sorta di passaggio di "consegne divine" dall'anziano Sileno al giovane dio che divenne appunto signore del vino e del delirio mistico. Secondo gli autori latini, da Sileno discenderebbero tutte le tribù dei Satiri, Sileni e Ninfe. Associato a Sileno era anche Aristeo, divinità minore della pastorizia, colui che provocò la morte di Euridice, sposa di Orfeo, nel tentativo di farla sua.
Le origini di Satiri e Sileni nel mito greco e il loro legame con Dioniso...
Storia Misteriosa - Due Satiri di Rubens e Pan insegue Siringa di Hendrick van Balen
I Fauni, a differenza dei Satiri e dei Sileni, appartenevano al mondo romano. Fauno era in origine una divinità unica, di antica origine italica. Venerato come protettore della campagna, dei pascoli e delle attività agricole, Fauno ricevette anche l'epiteto di Luperco. Questi, il cui nome deriva dal latino lupus (lupo), era inizialmente identificato con il lupo sacro a Marte. A Fauno Luperco si contrapponeva Silvano, dio dei boschi di chiara derivazione etrusca. Selvans era infatti la divinità etrusca protettrice della natura e delle attività agresti. In origine Fauno ebbe anche l'epiteto di Silvanus, poi quest'ultimo venne considerato un dio autonomo legato esclusivamente alle selve e agli spazi incontaminati, persino contrapposto a colui di cui era epiteto. In onore del dio Fauno nella sua eccezione di Luperco (protettore del bestiame dai lupi), nei giorni nefasti di febbraio, a Roma si svolgevano i Lupercalia, tra le ultime festività antiche ad essere abolite dopo l'avvento ufficiale del Cristianesimo. In alcune versioni del mito, Fauno fu un antico re del Lazio, discendente da Saturno o da Marte, padre di Latino secondo l'Eneide. Latino fu colui che accolse il fuggitivo Enea nel Lazio, dandogli in sposa sua figlia Lavinia. Fauno sovrano, una volta morto, sarebbe stato venerato come protettore degli armenti e dei raccolti oltre che per le sue doti divinatorie. Possiamo affermare che in questa versione di Fauno ritroviamo Sileno, tutore di Dioniso. Altri autori considerano Fauno tra i re preistorici del Lazio, colui che introdusse nella regione l'agricoltura. Quando spirò, fu venerato come divinità dei boschi, protettettrice delle greggi. Antiche leggende raccontano che i fauni e i silvani erano servitori del dio Fauno e avrebbero abitato in epoche remote, organizzati in tribù, proprio il territorio dove sarebbe stata fondata Roma.

Fauno, Luperco e Silvano si mostravano come uomini villosi, con gambe caprine e piccole corna sul capo. Amanti della musica, suonatori di flauto, allegri e spensierati, erano inclini a inseguire le Ninfe nei boschi per possederle. Le tre figure furono assimilate ai Satiri e ai Sileni ellenici ma soprattutto al dio greco Pan, il bizzarro figlio di Ermes e della ninfa "figlia di Driope". Alcuni autori sostengono che la madre di Pan fu Penelope, una ninfa o addirittura la consorte di Ulisse. Pan, da cui deriva la nostra parola "panico", era una divinità non olimpica legata alle selve, alla pastorizia, alla natura, alla fertilità e alla sessualità. Dall'aspetto di un satiro, rappresentava la forza dirompente e riproduttiva della Natura nei suoi aspetti più violenti e veementi. Pan dominava i boschi e i monti dell'Arcadia spaventando con terribili urli tutti coloro che si addentravano nel suo dominio, disturbandolo. Dalle fortissime connotazioni sessuali, spesso raffigurato con un fallo enorme come Priapo (dio greco-romano dell'istinto sessuale e della forza generativa maschile), Pan andava a caccia di Ninfe per soddisfare i suoi appetiti. Neppure gli animali erano al sicuro quando Pan era in cerca di appagamento. Il flauto che il dio suonava con soddisfazione ebbe origine dalla violenza mancata nei confronti della bellissima ninfa Siringa che riuscì a sfuggire al suo aggressore, trasformandosi in una canna per volere degli dèi. Disperato, Pan tagliò varie canne in pezzi, unendole in ordine decrescente. Creò uno strumento musicale. Nacque il cosiddetto Flauto di Pan.
I Fauni nella mitologia romana: spiriti liberi della natura, eredi del dio Pan...
La figura particolare di Pan ci introduce a quella che era la natura dei Satiri e dei Fauni. Spiriti liberi, selvatici e indomabili, incarnavano i piaceri più terreni dell'esistenza. Amavano la musica, il vino e l'amore libero. Erano giocosi e goliardici. Non resistevano alla vista delle ninfe. Le inseguivano tra gli alberi, spinti da un irrefrenabile desiderio primordiale di possederle, consenzienti o meno che fossero. Nell'immaginario collettivo, soprattutto in epoca Rinascimentale, satiri, sileni e fauni divennero sinonimo di spensieratezza e allegria in una visione bucolica dell'esistenza. Ma nel mondo degli antichi i loro erano volti di creature ambigue, lascive, oscure e spesso inquietanti. Le selve che abitavao erano luoghi temuti, regni remoti dove l'uomo rischiava di perdersi per sempre. Satiri e Fauni rappresentavano la parte selvaggia e incontrollata della Natura e dello stesso animo umano. Metà uomini e metà animali, erano mossi da inpulsi ferini e passioni ardenti e violente. Nelle prime tradizioni mitologiche greche, i Satiri venivano considerati affini ai Centauri, dunque con caratteristiche equine. Solo in seguito assunsero tratti caprini mentre al loro fianco si svilupparono le figure dei Sileni e dei Papposileni che mantennero i tratti del cavallo. Tra questi, come ho spiegato poco sopra, spiccava Sileno, figlio di Pan e precettore di Dioniso. Queste due divinità gottesche e potenti erano di fatto i capi assoluti di tutta l'allegra brigata di Satiri e affini. Nei cortei mistici di Dioniso che il più delle volte terminavano in scellerate orge, ritroviamo infatti Satiri e Sileni in compagnia delle invasate Menadi e degli animali sacri al dio dell'ebrezza.
Storia Misteriosa - Fauni, Sileni e Satiri, il collegamento con Pan e Dioniso
Con la messa al bando del paganesimo e l'ascesa della Cristianità, caddero le differenze tra Satiri/Fauni/Silvani e Sileni. Si perse per sempre anche le identità al singolare del dio Fauno, di Pan e di Sileno. Tutte queste creature mezze bestie e mezzo uomo, con le zampe caprine, la coda e le corna in testa divennero per la nuova religione, la perfetta rappresentazione iconografica del male, del diavolo e dei suoi seguaci infernali. Il perché è semplice. Il Cristianesimo assimilò molti tratti delle precedenti tradizioni e religioni pagane. Fu un processo naturale che gli permise di essere accettato dalle masse non stravolgendo il patrimonio mitico e folkloristico a cui il popolo era abituato. Fu così che per rappresentare il male, il demone cristiano, fu scelto il dio più bizzarro del pantheon greco-romano: Pan. L'aspetto bestiale e la natura violenta, lo resero perfetto per interpretare il diavolo. Ed ecco che il satanasso cristiano viene "abbinato" al caprone, animale sfortunato evidentemente perché anche nell'Ebraismo si lega fin dai tempi più antichi alla concezione di peccato (la nostra espressione "capro espiatorio" deriva proprio dal rito ebraico). Se ci riflettiamo un istante, Pan è l'unica divinità pagana ad essere sopravvissuta nell'epoca contemporanea con quasi tutti i suoi tratti peculiari.

Bibliografia e sitografia:
  • "Demoni, mostri e prodigi", Giorgio Ieranò. Sonzogno Editore.
  • "Almanacco Pagano. Festività e miti dell'Antica Roma", Pandemia. Macro Edizioni.
  • "La Religione romana arcaica", Georges Dumézil. Bur, Biblioteca Univ. Rizzoli.
  • "Miti Romani. Il racconto", Licia Ferro. Einaudi Editore.
  • Le grafiche usufruiscono di immagini di pubblico dominio o con licenza di utilizzo Canva regolarmente acquistata.
STORIA MISTERIOSA
« LA MENTE AMA L'IGNOTO. AMA LE IMMAGINI IL CUI SIGNIFICATO È IGNOTO POICHÉ IL SIGNIFICATO DELLA MENTE STESSA È SCONOSCIUTO... »
René Magritte

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