Monterano Vecchia, il borgo abbandonato e il Ponte del Diavolo - Storia Misteriosa, i grandi misteri della storia

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Monterano Vecchia, il borgo abbandonato e la leggenda del Ponte del Diavolo

Una suggestiva città fantasma situata nella provincia di Roma, nel territorio di Canale Monterano, un luogo magico legato a un'antica leggenda e uno straordinario set cinematografico: parliamo di Monterano Vecchia...
Di Andrea Contorni - lunedì 27 novembre 2023
Storia Misteriosa - Il borgo abbandonato di Monterano nel Lazio
Monterano Vecchia nella Maremma laziale, è da molti considerata la città fantasma più affascinante d'Italia. Situato a ovest del Lago di Bracciano, a 2 chilometri da Canale Monterano e a poca distanza da Roma, il borgo abbandonato presenta delle rovine di particolare bellezza in un paesaggio talmente suggestivo che il tempo sembra essersi fermato a quel fatidico 1799...

E proprio dal 1799, inizia il mio racconto delle vicende di Monterano non prima però di aver ringraziato il fotografo romano Fabio Menichini per le meravigliose fotografie che sono a corredo di questo articolo. 1799, che cosa è successo nel 1799? Nel febbraio dell'anno precedente, i francesi erano entrati a Roma esautorando Papa Pio VI. Il pretesto per la conquista militare dell'Urbe fu l'uccisione di un ufficiale francese durante un tumulto popolare. Il 15 febbraio del 1798, fu proclamata la famigerata Repubblica Romana, una repubblica giacobina, sorella della Prima Repubblica francese, che comprendeva tutti i territori dello Stato Pontificio occupati appunto dalle truppe del generale Berthier. Il dominio francese in Italia non fu indolore e negli anni tra il 1796 e il 1814, dette vita a tutta una serie di rivolte e sollevazioni popolari, note come "insorgenze antifrancesi". Dato che i francesi erano evidentemente "esperti" in pretesti, bastò una frizione tra gli abitanti di Monterano e quelli di Tolfa riguardo un carico di grano, per far sì che gli occupanti attaccasserro e saccheggiassero con estrema durezza proprio Monterano, decretandone di fatto la fine e l'abbandono. Il borgo fu dato alle fiamme, insieme poi a Tolfa e Allumiere, a testimonianza di quanto le comunità rurali fossero in gran parte ostili all'occupazione francese. Gli autori del bel testo da me consultato, (lo trovate in fondo nella bibliografia), evidenziano come il paesaggio intorno all'Antica Monterano ricordi gli scenari descritti da Dante Alighieri nell'Inferno; l'effetto "Divina Commedia" sarebbe determinato da una curiosa alternanza di ambienti dall'aspetto insolito, dal torrentello dall'acque rosse alle sorgenti sulfuree che caratterizzano un'arida spianata, alla vegetazione molto fitta e "selvaggia", ai cunicoli di una vecchia miniera, fino a una rupe che nell'usura delle rocce sembra riprodurre un volto umano dall'espressione furba. Parlo al condizionale perché io non ho ancora visitato Monterano Vecchia che è comunque indicata tra le mie prossime mete, dato la bellezza assoluta del luogo. Per ora dunque ci affidiamo alla testimonianza di altri.
Storia Misteriosa - La città fantasma di Monterano in provincia di Roma
Il borgo abbandonato di Monterano Vecchia - foto di Fabio Menichini
Il borgo abbandonato di Monterano Vecchia - foto di Fabio Menichini
Il borgo abbandonato di Monterano Vecchia - foto di Fabio Menichini
Il borgo abbandonato di Monterano Vecchia - foto di Fabio Menichini
Torno un bel po' indietro nel tempo rispetto al 1799, anno dell'abbandono di Monterano Vecchia. Il borgo sorge su una rocca tufacea, solcata da due forre, già abitata in piena Età del Bronzo. Dal VII secolo a.C. in poi è attestata la presenza etrusca con numerose tombe e necropoli minori nelle vicinanze oltre a un suggestivo solco artificiale scavato nel tufo, il Cavone, per permettere una comoda discesa a valle. Probabilmente l'abitato e l'intera zona rientrava nell'influenza di Caere (l'antica Cerveteri). Tutto il territorio delle attuali Manziana e di Canale Monterano fu consacrato dagli Etruschi a Manth, dio dell'Oltretomba. Gli stessi nomi di Manziana e di Monterano deriverebbero proprio da Manth, (Mantus in latino, associato anche alla città di Mantua - Mantova), da cui per esempio si ricaverebbe il toponimo latino Manturianum, per Monterano. In ogni caso, fu proprio la natura selvaggia, misteriosa e tetra del territorio in questione, segnato dall'impenetrabile selva Mantiana e dalla presenza di polle di acqua sulfurea (considerate diretta emanazione degli Inferi), a rendere il luogo sacro al dio etrusco Manth. Caduti gli Etruschi, Monterano passò sotto il dominio romano. A questa fase storica, risale il potenziamento della rete viaria. Con la costruzione della via Clodia, la cittadina entrò in competizione con Forum Clodii, sede del prefetto romano, per il ruolo di centro più importante della zona. Con la caduta dell'impero romano d'Occidente, in seguito al 476 d.C., Monterano, posta in una posizione geografica più facilmente difendibile, divenne un luogo più sicuro per gli abitanti dei dintorni, in un periodo di forte incertezza socio-politica. Il borgo fu sede vescovile tra il VI e la prima metà del VII secolo, rimamendovi fino al X secolo.

Non vi annoio oltre con tutti i passaggi di proprietà del feudo monteranese tra l'epoca medievale e moderna. Basti sapere che nel 1492, il Castello di Monterano apparteneva alla famiglia Orsini. Nella zona si produceva il famoso vino "Alicante" apprezzato dai papi Paolo II e Paolo III. Un paio di secoli più tardi, dal 1671 in poi, furono gli Altieri ad amministrare quello che nel frattempo era diventato il ducato di Monterano. Emilio Bonaventura Altieri, papa nel 1670 col nome di Clemente X, dotò il borgo di nuove costruzioni progettate dal Bernini. Una vitalità artistica che portò alla costruzione della Chiesa e del Convento di San Bonaventura e della celebre fontana ottagonale, trasformando Monterano in un piccolo gioiello dello Stato Pontificio. Nel corso del XVIII secolo, il borgo subì una lenta ma inesorabile decadenza con conseguente spopolamento. Sfruttato per le miniere di zolfo, Monterano fu flagellato dalla malaria prima di quel fatidico 1799, anno della sua definitiva rovina.

L'Antica Monterano, la cui rocca fu abitata fin dall'Età del Bronzo, fu abbandonata nel 1799, in seguito all'occupazione francese

Monterano Vecchia è stata protagonista di una ventina di set cinematografici di cui alcuni davvero molto famosi. Nel 1959 vi furono girate diverse scene di "Ben-Hur" con Charlton Heston, nel 1970 fu la volta di "Brancaleone alle crociate" di Mario Monicelli con Vittorio Gassman. Come dimenticare "Il marchese del Grillo", interpretato da Alberto Sordi nel 1981 con il covo del brigante Don Bastiano collocato proprie tra le rovine di Monterano e il celebre "Ladihawke" di Richard Donner con Michelle Pfeiffer, Matthew Broderick e Rutger Hauer.
Storia Misteriosa - Il borgo abbandonato di Monterano Vecchia
Il borgo abbandonato di Monterano Vecchia - foto di Fabio Menichini
Il borgo abbandonato di Monterano Vecchia - foto di Fabio Menichini
Il borgo abbandonato di Monterano Vecchia - foto di Fabio Menichini
Il borgo abbandonato di Monterano Vecchia - foto di Fabio Menichini
Passo in rassegna i monumenti più interessanti di Monterano, fermo restando che tutto è in abbandono da quel lontano e fatidico 1799. Il grandioso acquedotto risale al XVII secolo, in gran parte sotterraneo, e supera la depressione che separa l'abitato dal pianoro con un ponte su due serie di arcate di oltre 20 metri di altezza. L'opera permetteva di canalizzare le acque del fiume Mignone nei pressi di Oriolo per arrivare al borgo di Monterano grazie alla pendenza del terreno. Il Castello di Monterano, in seguito Palazzo ducale, sorge nella parte più alta di Monterano. Costruito già nell'VIII secolo come rocca difensiva, dopo varie modifiche nel corso dei secoli, fu rivisto e trasformato in dimora signorile a partire dal 1672 per volere di papa Clemente X Altieri, con i lavori di Carlo Fontana e di Gian Lorenzo Bernini. Al grande urbanista e architetto napoletano è dovuta la realizzazione della "capricciosissima" Fontana del Leone sulla base rocciosa che sosteneva le mura portanti del Palazzo ducale di Monterano. Un solenne leone in pietra è raffigurato nell'atto di colpire la roccia con una zampa per far scaturire l'acqua che veniva raccolta in una vasca scavata nella stessa pietra. La conosciuta fontana ottagonale, simbolo stesso di Monterano, adorna il piazzale posto dinanzi alla Chiesa di San Bonaventura, costruita con l'annesso convento, tra il 1677 e il 1679, al di fuori del borgo. Interessanti anche la chiesa di San Rocco (XV secolo) adiacente al Palazzo ducale e la cattedrale di Santa Maria Assunta (XII secolo) di cui persiste il grande campanile.

Chiudo il pezzo con una bella leggenda misteriosa e un po' paurosa, quella del Ponte del Diavolo di Monterano, una vicenda che per alcuni sarebbe la vera ragione della rovina del borgo, prima con la malaria e poi con la distruzione francese. Come per tutte le leggende c'è una gran confusione in merito. Qualcuno asserisce che il ponte demoniaco sarebbe proprio la parte esterna dell'acquedotto di cui vi ho parlato sopra. Ma in realtà la storiella, anzi le storielle, sarebbero nate intorno al Ponte romano detto "Seiano" risalente al I secolo a.C., che sovrasta il fosso omonimo (il Fosso del Diavolo è parte del Bacino del Lenta, affluente del Mignone) al confine tra i territori di Manziana e Canale Monterano. Ho trovato una bella ricerca scolastica online che prende in esame tutte le versioni nate sul Ponte del Diavolo (la trovate sempre nella bibliografia). Si racconta che in epoca medievale, dato che la zona era infestata dai briganti e probabilmente questi agivano proprio nei dintorni del vecchio ponte romano, questo assunse il soprannome di "Ponte del Diavolo". Si dice ancora che un giorno un monaco e il demonio fecero una scommessa. Se in una sola notte il diavolo avesse costruito un ponte in pietra sul Fosso, il monaco gli avrebbe consegnato le anime di quattro fedeli. Al mattino, il religioso dovette ammettere di aver perso la scommessa. Consegnò quattro poveracci al demonio che per la gioia impresse la sua impronta sulla struttura. L'ultima e più famosa leggenda, quella che si lega alla tragica fine di Monterano, ci racconta che i signorotti del paese, disperati per non riuscire a rendere stabile un ponte che collegava direttamente alla città, fecero un patto col diavolo: un ponte sicuro e stabile in cambio di sacrifici rituali periodici di vergini e animali. Costruito il ponte, gli abitanti non tennero fede al patto e anzi banchettarono con le bestie destinate al diavolo. Questi maledisse per l'eternità Monterano e tutti i suoi abitanti. Evidentemente nel 1799 la maledizione colpì. A riprova del fatto, qualcuno fa notare che 7-1 fa 6, il che unito agli due numeri della data "99", con qualche forzatura, restituirebbe proprio il numero del diavolo.

Bibliografia e sitografia:
  • "Lazio. I luoghi del mistero e dell'insolito. Vol.1", Luca Bellincioni e Daniele Cortiglia, Eremon Edizioni, 2021.
  • "Sulle tracce della città fantasma di Monterano" dal sito visitlazio.com.
  • "La città fantasma di Monterano" dal sito lazionascosto.it.
  • "Antica Monterano: storia e arte di un borgo fantasma della Tuscia" da experiencelazio.com.
  • "La città fantasma di Canale Monterano" dal sito nemora.it.
  • "Il Ponte del Diavolo" ricerca dell'Istituto Comprensivo "Manziana".
  • Fotografie di Fabio Menichini - tutti i diritti riservati - riproduzione vietata. Facebook, Instagram e Flickr
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