Roma: la misteriosa epigrafe del Circo di Massenzio - Storia Misteriosa, i grandi misteri della storia

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Roma: la misteriosa epigrafe del Circo di Massenzio

Una straordinaria realtà storica emerge da una misteriosa epigrafe rinvenuta in frammenti e dedicata a Romolo, il figlio dell'imperatore Massenzio, morto prematuramente nel 309 d.C.
Di Marco Cecini - sabato 28 ottobre 2023
Storia Misteriosa - Follis dell'imperatore Massenzio. Sullo sfondo le rovine del Circo di Massenzio sull'Appia Antica
Inizialmente si credeva che il Circo privato al III miglio della Via Appia Antica, fosse il Circo di Caracalla. Così era comunemente conosciuto al tempo in cui Antonio Nibby, che vi scavò agli inizi del XIX secolo, vi trovò poi all’interno busti rappresentanti proprio il figlio di Settimio Severo, Caracalla, e sua madre, Giulia Domna (Nibby, "Del circo volgarmente detto di Caracalla", Filippo e Nicola De Romanis, Roma, 1826).

In realtà successivamente si comprese che la Villa imperiale magnificamente costruita a ridosso del Mausoleo di Cecilia Metella, frattanto divenuta prima una Statio in epoca severiana, e successivamente in epoca tetrarchica un Castrum pretoriano, fu edificata non da Caracalla, ma da un altro imperatore le cui origini rimandavano alla provincia romana di Siria, Massenzio. Forse proprio le comuni ascendenze siriache per parte di madre (sia Giulia Domna che Eutropia, madre di Massenzio, erano siriane) dei due Imperatori potrebbero giustificare la presenza, nella Villa di Massenzio, dei busti di Caracalla e Giulia Domna, cui forse Massenzio avrebbe potuto simbolicamente ricollegare se stesso. La corretta attribuzione fu possibile grazie al rinvenimento, nell’area dell’arco trionfale del Circo dal lato opposto dei Carceres, di una fondamentale iscrizione in frammenti, dedicata a Romolo, figlio di Massenzio, morto prematuramente nel 309 d.C.:
"DIVO ROMVLO NMV
COS OR I FILIO
DN MAXENTII INVICTI VI AVG NEPOTI T
DIVI MAXIMIANI SEN ORIS AC"
Storia Misteriosa - L'epigrafe misteriosa del Circo di Massenzio
Che, integrata con le parti mancanti, recita:
"DIVO ROMVLO NOBILISSIMAE MEMORIAE VIRO
CONSVLI ORDINARIO II FILIO
DOMINI NOSTRI MAXENTII INVICTI
AC PERPETVI AVGUSTI NEPOTI
DIVI MAXIMIANI SENIORIS ET DIVI MAXIMIANI
IVNIORIS AC BIS AVGUSTI"
Tale iscrizione permise di datare tutto il complesso all’epoca massenziana, e di dare un significato al Mausoleo funebre che sorgeva a ridosso della Villa, e al Circo privato, evidentemente anch’esso pensato per offrire giochi funebri alla memoria del figlio dell’Imperatore. La nuova scoperta trovava poi eco in un sibillino passaggio del Cronografo Filocaliano, altrimenti noto come Cronografo del 354, per l’anno 307, che così recita:
Hoc imperante templum Romae arsit et fabricatum est. Thermas in Palatio fecit et circum in catecumbas (Durante il suo regno il Tempio di Roma bruciò, e venne da lui ricostruito. Edificò delle Terme sul Palatino, e un Circo presso le Catacombe).

Il "Tempio di Roma" altro non è che il Tempio di Venere e Roma, le cui vestigia odierne ammirabili di fronte al Colosseo rimandano proprio alla ricostruzione operata da Massenzio. Le "Catacombe" erano al tempo le più famose di Roma, proprio al III miglio della via Appia, quelle che oggi ci sono note come "Catacombe di San Sebastiano". Il luogo era talmente noto per le sepolture cristiane che ospitava, che nel tempo questo termine che serviva a identificare un luogo specifico ad catacumbas, divenne per estensione il termine che identificava tutti i sepolcreti cristiani sotterranei. Se la ricostruzione offerta dall’epigrafe frammentaria fosse corretta, e ad oggi non risultano proposte alternative sulla sua ricostruzione, sarebbe straordinariamente importante per la comprensione dei meccanismi di successione tetrarchici e sui rapporti di forza e Auctoritas fra imperatori Iovii ed Herculei.

La misteriosa iscrizione del Circo di Massenzio permise di datare tutto il complesso all'epoca massenziana

Nell’epigrafe non solo Romolo è morto, ma anche gli Imperatori Galerio e Massimiano: tutti e tre sono infatti chiamati Divi, ovvero sono stati divinizzati dopo la loro morte. Sappiamo che il vero nome di Galerio, quello con il quale era celebrato nell’onomastica ufficiale, era anch’esso "Massimiano", ed ecco dunque che l’epigrafe specifica un "Massimiano Senior" e uno "Iunior". Incredibilmente però, ad essere Senior è il più giovane, non il più anziano, ovvero Massimiano Erculeo, padre di Massenzio. Quest’ultimo viene anche descritto come bis Augustus, titolo che noi conosciamo molto bene sin dalle fonti letterarie antiche che dalla numismatica, e che rimanda al tempo in cui Massenzio lo richiamò al potere, dalla Lucania dove si era ritirato a vita privata, nel 307, per governare al suo fianco a Roma.
Storia Misteriosa - Ricostruzione del Circo di Massenzio in una illustrazione d'epoca
Ne deriva dunque che il Massimiano Senior sia proprio Galerio, la Senioritas dunque in questo caso non ha nulla a che vedere con l’età anagrafica o l’anzianità di esercizio del potere, quanto piuttosto con la posizione all’interno del collegio tetrarchico: Galerio era al vertice di tale collegio, in quanto Augusto Iovio e dunque erede del potere supremo di Diocleziano, mentre Massimiano era stato al massimo il vice di Diocleziano stesso, secondo in comando dunque, come Augusto Erculeo.

Questa straordinaria realtà che emerge dall’epigrafe è stata troppo spesso ignorata dalla storiografia, che si è lanciata in deduzioni superficiali e poco pertinenti, come un ipotetica conduzione del collegio tetrarchico da parte di Costanzo Cloro in virtù della sua anzianità di servizio nel 306, cosa che non trova alcun riscontro nelle fonti né nei meccanismi, per la verità piuttosto chiari, che regolavano la struttura della Tetrarchia, come abbiamo tentato di evidenziare nelle nostre recenti pubblicazioni scientifiche.

Bibliografia e note:
  • Antonio Nibby, "Del circo volgarmente detto di Caracalla", Filippo e Nicola De Romanis, Roma, 1826.
  • Serra, Cecini, "El Senatoconsulto y el edicto de Diocleciano y Maximiano contra Christianos y el edicto abrogativo de Majencio: BHG 1576, BNF Grec. 1470, ff. 120v-121r", Anejos de Antigüedad y Cristianismo Vol. 10, Universidad de Murcia, 2022.
  • Jastrzebowska, "San Sebastiano, la più antica Basilica Cristiana di Roma", Ecclesiae Urbis (Studi di antichità cristiana 59,2), Città del Vaticano, 2002, S.1141-1155.
  • Latteri, "La Statio dei pretoriani al III miglio dell’Appia Antica ed il loro sepolcreto «ad catacumbas»", Mélanges de l'école française de Rome, Année 2002.
  • Immagini e fotografie pubblicate con Licenza di utilizzo "Canva" regolarmente acquistata con le seguenti eccezione: per la fotografia del follis di Massenzio: licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale. Fonte Wikipedia. Autore: Crix.
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René Magritte

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