Charles Dawson e il mistero dell'Uomo di Piltdown - Storia Misteriosa, i grandi misteri della storia

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Charles Dawson e il mistero dell'Uomo di Piltdown

Un ritrovamento fossile unico e straordinario capace di rivoluzionare la teoria dell'evoluzione dell'uomo. L'Uomo di Piltdown fu il capolavoro di Charles Dawson o la sua rovina? Scopriamolo insieme!
Di Andrea Contorni - lunedì 11 settembre 2023
Storia Misteriosa - Charles Dawson e il mistero dell'Uomo di Piltdown
Incredibili scoperte archeologiche e paleontologiche e sedicenti studiosi assurti agli onori della cronaca, bolle di sapone esplose tra lo sconcerto generale, rivelando al mondo imbrogli colossali. Il fenomeno delle bufale e delle fake news è sempre esistito. La sensazionale scoperta dei resti fossili dell'Uomo di Piltdown ne è un roboante esempio!

Charles Dawson nacque a Fulkeith Hall, il giorno 11 luglio del 1864. Si trasferì da adolescente con la famiglia ad Hastings nel Sussex. Qui intraprese con successo gli studi in legge per diventare avvocato come il padre ma la sua passione era l'archeologia. Da studioso dilettante e autodidatta collezionava fossili, inizialmente più per divertimento che per altro. Il Sussex si rilevò essere un'ottima base per la futura evoluzione della passione di Dawson in un vero e proprio lavoro. L'archeologo in erba ebbe la bravura e la fortuna di individuare alcuni denti di un mammifero sconosciuto (chiamato poi Plagiaulax dawsoni in suo onore), ben tre specie di dinosauro e una di pianta fossile mai individuate fino ad allora. Le scoperte furono giudicate sensazionali e il British Museum arrivò a conferirgli una carica onoraria. Charles Dawson divenne anche socio della Geological Society of London, la più antica e prestigiosa società di geologia del mondo, fondata nel 1807.
Storia Misteriosa - L'archeologo Charles Dawson
Le più importanti associazioni di archeologi del Paese osannarono Charles Dawson, considerandolo il più giovane e valente ricercatore britannico del periodo. Nel 1895, egli fu investito di un ulteriore riconoscimento diventando socio della Society of Antiquaries of London, un'antichissima associazione culturale stabilita con decreto reale nel lontano 1751. Charles Dawson non poteva esibire alcun titolo universitario nel campo archeologico e i suoi studi nel settore erano sempre rimasti nell'ambito amatoriale, in assenza di qualunque metodo scientifico di ricerca. Stupisce l'atteggiamento esageratamente entusiasta dell'ambiente accademico inglese nei suoi confronti soprattutto se paragonato alle vicende legate a Heinrich Schliemann, altro valente autodidatta che aveva operato con ben altro successo fino al 1890, anno della sua morte.

L'archeologo tedesco aveva riportato alla luce i resti dell'antica città di Troia (1872) e condotto importanti campagne di scavo in Grecia, scoprendo l'agorà di Micene e una serie di ricche tombe reali tra cui ipotizzò esserci persino quella del leggendario Agamennone, protagonista dell'Iliade omerica. Eppure Schliemann non rientrò mai nelle simpatie degli accademici del Vecchio Continente che gli rimproveravano l'assenza di studi e di titoli nel campo dell'archeologia e la totale mancanza di metodo. Egli dovette sempre scontrarsi con i detrattori e affrontare le tante perplessità del mondo accademico coevo in un clima di malcelata ostilità.

Heinrich Schliemann e Charles Dawson erano simili; ma mentre il primo fu sempre guardato con sospetto, il secondo divenne in breve, il re dell'archeologia

Il buon Charles Dawson nel frattempo continuava a rinvenire reperti di ogni genere e tempo, preistorici, romani e del Medioevo. Il Sussex, la zona in cui operava, sembrava una "cava archeologica" inesauribile. Il "Mago del Sussex", come ormai veniva chiamato da tutti, riportò alla luce persino una statuetta romana in ghisa, materiale impensabile per l'epoca, oltre una strana ascia del Neolitico e un'imbarcazione in legno di un periodo non ben definito. I "nuovi" dinosauri furono chiamati in suo onore Iguanodon dawsoni ai quali si aggiunse anche la piantina fossile di cui ho accennato poc'anzi, denominata scientificamente Salaginella dawsoni.
Storia Misteriosa - Ricostruzione di un "Eoanthropus dawsoni"
Nel 1912 Charles Dawson, ormai all'apice del successo e della considerazione, volle osare di più

Non appagato da una fama prima locale e poi nazionale, Charles Dawson ambiva evidentemente a un riconoscimento mondiale. Nel 1912 annunciò in pompa magna la scoperta dell'anello mancante dell'evoluzione umana, quello che legava gli uomini moderni alle grandi scimmie. Frammenti di cranio e un osso mandibolare, trovati ovviamente sempre nel Sussex, delinearono il profilo del famigerato Uomo di Piltdown, inizialmente classificato come Eoanthropus dawsoni. Si trattava della più grande scoperta antropologica del secolo, o forse del millennio. Dalla ricostruzione del cranio effettuata da Arthur Smith Woodward, esperto paleontologo e custode del reparto geologico del British Museum, si notò una quasi totale somiglianza con quello dell'uomo moderno ad accezione della mandibola, simile a quella degli scimpanzé e delle dimensioni del cervello, circa 2/3 rispetto a quello dell'Homo Sapiens.

Charles Dawson, nel suo delirio di onnipotenza archeologica, si era spinto troppo oltre. Egli finì nell'occhio del ciclone. Se da un lato la comunità scientifica inglese esaltò l'Uomo di Piltdown come "il primo uomo inglese" in un tripudio di nazionalismo, dall'altro archeologi e paleontologi internazionali criticarono ferocemente la scoperta. Dawson dichiarò di aver ricevuto i resti molto danneggiati dell'Uomo di Piltdown da un lavoratore della cava di Piltdown. Altri frammenti del cranio furono ritrovati in loco in seguito, alla presenza di Woodward. Già dal 1913 iniziarono a essere pubblicati su importanti riviste scientifiche, studi che bocciavano la scoperta di Dawson considerando i famosi resti come una ben orchestrata unione di un cranio umano e di una mandibola di scimmia. Dawson non volle darsi per vinto e nel 1915 annunciò la scoperta di un secondo cranio dell'Uomo di Piltdown più una svariata serie di altri reperti legati ad esso. Non ci fu modo di approfondire l'argomento in quanto, nel 1916, Charles Dawson morì di setticemia.

Con le due guerre mondiali di mezzo, la vicenda dell'Uomo di Piltdown passò in secondo piano. Tuttavia nel 1953, il Time pubblicò la definitiva ricerca a firma degli studiosi Le Gros Clark, Weiner e Oakley, che smontò per sempre la scoperta di Charles Dawson bollandola come una colossale farsa. Era stata da poco introdotta la tecnica di datazione al radiocarbonio e i reperti inerenti l'Uomo di Piltdown non potevano rivaleggiare con quelli dell'Homo heidelbergensis, vissuto fra 600.000 e 100.000 anni fa, come dichiarato dalla coppia Woodward/Dawson. L'Uomo di Piltdown era nato dall'unione posticcia di un cranio umano di epoca medievale con una mandibola di un orango e alcuni denti di uno scimpanzé. Si trattava di un reperto platealmente contraffato, un incredibile imbroglio ideato da Charles Dawson con la complicità di alcuni, mai individuati, esponenti del mondo accademico inglese. L'Uomo di Piltdown fu catalogato ufficialmente come la maggiore truffa antropologica della storia.

Quali ragioni spinsero Charles Dawson ad architettare una così elaborata beffa? Per quanto difficile da credere dopo quanto letto, Dawson possedeva del talento come geologo e archeologo. Ad esempio la sua scoperta inerente il dinosauro noto come Iguanodon dawsoni, non è mai stata messa in dubbio. Anzi nel 2010 l'animale è stato persino riclassificato con maggiore precisione col nome di Barilium dawsoni. Medesima sorte ha riguardato gli altri ritrovamenti fossili di Charles Dawson. Egli negli anni ha prodotto inoltre come autore o coature oltre 50 pubblicazioni scientifiche il cui contenuto non è mai stato contestato. Ma l'uomo era ossessionato dalla brama di successo che doveva corrispondere con l'ambito riconoscimento a far parte della Royal Society, la più antica e prestigiosa associazione scientifica britannica. Dawson lamentava l'assenza di una grande scoperta idonea a portargli la candidatura per la Royal Society. E nel 1913, l'Uomo di Piltdown gli donò tale possibilità. Non fu eletto, come di consuetudine per la prima candidatura ma con ogni probabilità, Charles Dawson avrebbe coronato il suo sogno da lì ai tre anni seguenti. Purtroppo nel 1916, all'età di 52 anni venne meno. I nomi di chi lo supportò nell'impresa di falsificare i reperti non vennero mai fuori. La scomparsa prematura di Charles Dawson ha reso immortale il mistero dell'Uomo di Piltdown.


Bibliografia e sitografia:
  • "Piltdown Man: Case Closed", articolo dal sito della Bournemouth University.
  • "L'Uomo di Piltdown, il falso anello mancante" di Giuseppe O. Longo dal sito "Avvenire.it".
  • "Forse una svolta nel giallo della beffa di Piltdown" dal sito "LeScienze.it".
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